del cortile

I ricchi che capitavano da quelle parti torcevano il naso disgustati:

...se la coscienza avesse avuto possibilità di puzzare lui, a quel punto della sua vita, avrebbe dovuto torcer il naso da sé. (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

È una specie di garitta con una feritoia sul cortile, niente di più, e il funzionario dell'Igiene storce il naso quando capita nel palazzo. (G. Marotta, «Mal di Galleria»)

Queste io le debbo invitare, anche se taluno arriccerà il naso e storcerà la bocca. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

— Caro Varedo... vi raccomando di non dir queste cose domani alla Camera. Fareste arricciare il naso a più di qualcheduno.... (E. Castelnuovo, «I coniugi Varedo»)

Ricordo come torceva il naso quando certa gente gli dava del tu e lo chiamava compagno. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

— Me le fareste scrivere due parole a mia sorella e le buttereste voi alla posta?

...quando ebbe sentito che si trattava di fare un piacere al sor Zucchina, accettò di buon cuore. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

Abbiamo raccolto questi soldi... per onorare la memoria del povero Palita... Non sono molti, ma di buon cuore. (R. Viganò, «L'Agnese va a morire»)

Francesco era allegro e di buon cuore e prese a ben volere il ragazzo. (F. Cialente, «Cortile a Cleopatra»)

In poco più d'un'ora tutti i suoi amici furono invitati. Alcuni accettarono subito e di gran cuore.... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

«Me lo dovevo immaginare che ci avevi quella ragazza per la testa, imbecille, come se fosse pane per i tuoi denti». (F. Cialente, «Cortile a Cleopatra»)

Ma dopo dati i primi morsi, quei pesci ghiottoni si accorsero subito che il legno non era ciccia per i loro denti. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

«Siediti qui, tu, torinese del cazzo! Qui c'è pane per i tuoi denti». (M. Soldati, «Le due città»)

Il piccolo corteo attraversò un corridoio che prendeva luce da due grandi finestre che davano sul cortile. (F. Jovine, «Le terre del Sacramento»)

Il cavaliere, entrato in cortile metteva piede a terra e, all'arrivo del legno, con un garbo tutto suo, offriva la destra alla nobile signora. (E. Calandra, «La bufera»)

«Gelosa, sì, te lo dico io. Avresti fatto meglio metterti con lei invece che con quell'altra... civetta. Figlia unica e di padre ricco, ti farà sudar sangue». (F. Cialente, «Cortile a Cleopatra»)

I due uomini stipularono l'accordo in un caffè del Corso Umberto. «Con osservanza, la somma è troppa» diceva sudando sangue don Raffaele. (G. Marotta, «San Gennaro non dice mai no»)